Alle spalle l’infortunio più noioso: Bonucci a Cagliari torna per riprendersi la Juve

I guai muscolari gli hanno fatto giocare solo tre partite negli ultimi tre mesi. Con Chiellini in fase di riflessione sul futuro e Dybala in uscita, resta la figura di riferimento per lo spogliatoio del futuro

Giovanni Albanese @GiovaAlbanese

8 aprile – Torino

Leonardo Bonucci rivede il campo, stavolta da protagonista. Alla Sardegna Arena, contro il Cagliari, potrebbe esserci spazio anche per lui, di rientro dopo uno stop che lo ha tenuto fuori per oltre un mese. Un’assenza più lunga l’aveva vissuta solo una volta in carriera, nella stagione 2016-17 (out sei gare per una lesione del bicipite femorale della coscia sinistra), ma questa è stata certamente la più noiosa. Uno come lui avrebbe voluto esserci nel momento clou della stagione juventina, così come contro la Macedonia nel primo spareggio per la qualificazione mondiale. E invece ha dovuto soffrire in silenzio.

Affidabile

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Il difensore è stato negli ultimi anni tra i più affidabili del nostro calcio. Senza Chiellini, nelle stagioni con Sarri e Pirlo ha fatto pure gli straordinari per garantire solidità al reparto arretrato e apporto caratteriale alla squadra. Anche Allegri, al netto di una battuta che fece tanto discutere a inizio stagione, lo ritiene un uomo importante per il gruppo. Pur senza la fascia di capitano: “Nella Juve c’è una gerarchia stabilità dall’anzianità, che Leo ha azzerato quando decise di andare al Milan – la spiegazione -. Ora se vuole la fascia va a comprarla e la mette in piazzetta con gli amici“. Leo non si scompose: “Il mister scherza sempre. Io so qual è il mio ruolo nel gruppo, dentro e fuori dal campo, al di là di chi tiene la fascia”. E a vedere qual è stata la sorte di Dybala vice, è andata meglio al centrale di Viterbo. Che resta una colonna portante della Juve e della Nazionale.

Riferimento

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Il futuro tra l’altro incombe. Con la separazione dall’attaccante argentino ormai definita, e Chiellini prossimo a chiudere la sua avventura bianconera, Bonucci è sempre più riferimento per i giovani, l’unico reduce della vecchia guardia bianconera. Certamente una sponda d’esperienza importante per i vari De Ligt, Locatelli, Chiesa e Vlahovic che sembrano i punti fermi del nuovo ciclo. Quanto alla fascia, Leo sarà presto il capitano della Nazionale di Roberto Mancini, ma è probabile che raccolga l’eredità di Chiellini pure nel club, anche se le gerarchie dello spogliatoio saranno da rivedere meglio dopo l’estate.

Juventino

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La generosità del giocatore per i colori bianconeri non si discute, e quest’anno è stata palese. Contro il Villarreal, all’andata degli ottavi di Champions, non avrebbe dovuto giocare, ma l’ha fatto, stringendo i denti, per necessità della squadra. Poi, ancora per spirito di sacrificio e appartenenza, si è ripetuto con l’Empoli, provando a ricucire l’emergenza nel reparto arretrato. Ne ha pagato però le conseguenze, perché i problemi a livello muscolare si sono ripresentati e ha dovuto fermarsi per un periodo più lungo. Da qui l’assenza contro il Villarreal allo Stadium (nel match che è costata l’eliminazione dalla Champions) e nel derby d’Italia contro l’Inter (che ha fatto sfumare definitivamente il sogno scudetto).

Azzurro

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L’infortunio non gli ha consentito neanche di scendere in campo contro la Macedonia, nella prima gara valida per la qualificazione al mondiale in Qatar. Nella serata al Renzo Barbera di Palermo avrebbero dovuto esserci sia lui sia Chiellini, quantomeno per alzare il livello d’esperienza in campo degli azzurri. Bonucci ha provato in tutti i modi il recupero in extremis, ma non c’è riuscito. E questa volta non poteva davvero forzare i tempi di rientro. “È tempo di analisi, concrete e approfondite, per ripartire, per dare all’Italia e agli italiani ciò che meritano – le parole in un suo amaro commento post eliminazione -. La salita è già iniziata, per me e per noi. Ci sarà da faticare per tornare in vetta, ma abbiamo già dimostrato di saperci arrivare. Il futuro è adesso”.

Cagliari

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La delusione per il secondo mondiale mancato di certo non andrà via facilmente. Ma ora per lui è tempo di tornare in campo, dopo settimane lunghe e piene di rabbia inespressa. Leo prepara il rientro a Cagliari, la squadra contro la quale fece giovanissimo l’esordio in Serie A: nella stagione 2005-06, con la maglia dell’Inter, quando era ancora una promessa della formazione Primavera. Sulla panchina nerazzurra in quel momento c’era Roberto Mancini. Ecco un vecchio ricordo legato alla tappa sarda: “In quello stadio c’è stato il mio esordio in Serie A, contro i rossoblù: pochi minuti ma emozionanti, era la mia ultima stagione con la maglia dell’Inter, nel 2006. Entrai al posto di Solari, come terzino destro. E ogni palla che arrivava erano brividi”. Ecco perché lo vivrà come un nuovo inizio.

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