Allarme Juve: tripletta dell’ex Morata, travolta 4-0 in casa nell’ultimo test

Nell’amichevole con l’Atletico che ha chiuso il precampionato, bianconeri mai in partita contro Simeone: indietro sul piano del gioco e della tenuta fisica, l’organico è ancora incompleto

dal nostro inviato Fabiana Della Valle

7 agosto – Torino

Il cielo sopra la Continassa promette tempesta. Piovono gol contro l’Atletico Madrid, ma non sono griffati Juventus: il 4-0 rimediato nell’ultimo test pre campionato (tripletta di Morata e sigillo finale di Cunha) fa suonare l’allarme in casa bianconera, che a 8 giorni dal debutto in campionato si scopre indifesa a fragile. Le amichevoli non assegnano punti ma offrono indicazioni preziose: il messaggio che arriva è che al netto degli infortuni (quello di Pogba pesa parecchio) la Juventus è incompleta e a mercato ancora aperto urge intervenire se l’obiettivo è lo scudetto.

LA LEGGE DELL’EX

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Il primo intoppo di giornata è l’assenza di Kean, out per motivi disciplinari (si è presentato in ritardo). Assenti anche Pellegrini (contusione al ginocchio destro) e Cuadrado, ancora alle prese con un virus intestinale. A sinistra nel tridente c’è Soulé, con Fagioli mezzala e Locatelli in regia. Nell’Atletico Morata fa il titolare con Joao Felix, mentre Griezmann parte in panchina. Alvaro è ancora desideratissimo e i rimpianti aumentano dopo 10 minuti, quando segna il più classico dei gol dell’ex: contropiede 3 contro 4, Joao Felix parte a campo aperto e serve il puntero sul sinistro che non sbaglia. Male la difesa, che sbaglia tutti i movimenti, impalpabile il centrocampo. Gli spagnoli sono padroni del campo mentre la squadra di Allegri non fa un tiro in porta. In compenso li subisce e dopo un paio di parate decisive di Szczesny, che neutralizza anche un calcio di rigore di Joao Felix (assegnato al 39’ per fallo di mano di Alex Sandro su cross di Saulé) arriva il raddoppio (43’), ancora targato Morata: altro contropiede su cui la Juventus si trova scopertissima, Alvaro va via prima a Bonucci e poi salta Bremer come un birillo: doppietta col mancino, adesso è sicuramente più chiaro a tutti perché Allegri continua a spingere per riavere il suo vecchio centravanti.

ALLARME BIANCONERO

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Morale: la Juve ha bisogno di un altro attaccante, oltre che di un regista e di un esterno sinistro, l’Atletico molto probabilmente si terrà stretto il suo. Allegri prova a cambiare qualcosa spostando Soulé (pochissimi palloni toccati) a destra, alzando Alex Sandro, mettendo Di Maria a fare la sottopunta e impostando a tre, ma la musica non cambia. L’Atetico anche senza Oblak, Correa, De Paul, Gimenez, Kondogbia sta meglio fisicamente, tiene palla e spinge parecchio su tutte e due le fasce. Movimenti rodati e coordinati, schemi semplici ma efficaci. La Juve invece dimostra di essere ancora indietro, sia sul piano del gioco che su quello della tenuta fisica.

TERZO SQUILLO

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Nella ripresa subito dentro 5 bianconeri (Perin, Gatti, Miretti, Rabiot e De Sciglio) e Allegri ridisegna la squadra con un 4-4-1-1. Grazie a Miretti, al debutto perché rientrato a inizio agosto dopo gli impegni con l’Under, arriva il primo tiro in porta dei bianconeri. Vlahovic non è ancora in forma campionato e Di Maria è l’unico che prova a fare qualcosa. L’unica nota positiva, insieme a Szczesny, è Gatti, che entra con la cattiveria giusta. Morata però è scatenato, vuole portarsi a casa il pallone e ci riesce: al 17’ punizione di Lemar su cui Alvaro arriva con la testa: deviazione decisiva e Perin battuto. Allegri cambia ancora, 3-5-1-1 con Soulé dietro a Vlahovic e Rugani con Bremer e Gatti. Confusione tanta, reazione pochina. E l’Atletico, che ancora non è sazio, ne approfitta: 4-0 al 91’, con imbucata finale di Cunha (lettura sbagliata di Barbieri). Alla fine esce anche il sole, che però non migliora l’umore in casa bianconera.

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