Alex Schwazer, non fu doping nel 2016: il tribunale di Bolzano archivia il caso “per non aver commesso il fatto”

Alex Schwazer non è colpevole di doping: il tribunale di Bolzano ha posto fine al processo di primo grado nei confronti dell’atleta altoatesino, che si è sempre dichiarato innocente: “Archiviazione per non aver commesso il fatto”.

La sentenza del tribunale di Bolzano sulla vicenda doping di Alex Schwazer

Il giudice ha accolto la richiesta del pm contestandone la tesi di “opacità” da parte di Iaaf (International Association of Athletics Federations) e Wada  (World Anti-Doping Agency, Agenzia mondiale anti doping) nelle analisi che portarono alla positività e alla squalifica del marciatore, e rilancia dure accuse contro le due associazioni.

Il giudice ritiene “accertato con altro grado di credibilità” che i campioni di urina nel 2016 furono alterati per far risultare l’atleta positivo. 

L’indagine aveva come oggetto il presunto caso di doping risalente al 2016, quando Schwazer, a seguito di un controllo anti doping a sorpresa, era risultato positivo. A quell’esito era seguita una squalifica di 8 anni per doping, vista la recidività.

Alex Schwazer aveva ragione: nessun doping

Al contrario del 2012, quando aveva ammesso di aver violato le regole, in quel caso Alex Schwazer ha sempre negato di aver fatto uso di sostanze dopanti, contestando formalmente la validità del test e dichiarandosi vittima di un complotto.

L’archiviazione non permetterà comunque a Schwazer di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2021, vista la squalifica fino al 2024 comminata dal Tas di Losanna. 

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