Alessandra, della Curva un sogno

I vecchi romanisti mi conoscono, sono quello di Geppo, il ragazzo dei Cucs che mi scriveva al Guerino, un perduto consulente del disagio giovanile. Della Curva unico sogno. E adesso che se n’è andata Alessandra, in un silenzio che da tempo mi stringeva il cuore – il soffio della morte si sente al suo primo passo – ho veramente chiusa una parentesi di vita trascorsa fra ragazzacci geniali e spiriti respinti. Quando una squadra – soprattutto la Lupa – era anche la tua famiglia. Venne da sola, Alessandra Bianchi, senza presentazioni: con quella faccetta furba, un tocco di rosso alle labbra, una cornice corvina, un passo sicuro; disse il nome, mi consegnò uno scoraggiante malloppo di pagine, un manoscritto che sembrava già rilegato: «È la storia di Falcao. Mi piace scrivere. Mi fa scrivere?». Non c’era bisogno di chiederle “de che?”. In pochi giorni mi aveva già portato al Corriere il mondo della Curva Sud con i suoi nomi, i colori. Gli accenti. Un giorno mi fa: «Mi vogliono in tv. Che faccio?». Era un’emittente romana, direi romanesca, le diedi un consiglio: «Vai a lezione, togliti un po’ di slang. Meriti dippiù…».

Me ne andai da Roma lasciandola sicura di un posto fisso al Corriere ma l’estate del Novantotto, a Parigi – son lì per il Mondial – la vedo trafficare in sala stampa. «Alessandra!». «Direttore!». Un incontro breve, una rivelazione, sì, era lei l’italiana dalle labbra rosse che incantava i francesi con il calcio, la Dimanche Soir. Era anche il mio orgoglio. Una storia d’amore l’aveva portata a Parigi. Dimanche soir. Parce qu’avec toi le temps a pris des nouvelles dimensions/ Que ma routine s’est égarée dans ces changements de direction/ Parce que les jours de la semaine se mélangent dans ce bazar/ Parce que c’est toi, parce que t’es là! Je n’ai plus peur du dimanche soir. Perché con te il tempo ha assunto nuove dimensioni/ Che la mia routine si è persa in questi cambi di direzione/ Perché i giorni della settimana si confondono in questo pasticcio/ Perché sei tu, perché sei qui, non ho più paura della domenica sera. Ciao Alessandra.


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