Alejo Veliz e il fascino del Rosario Central di Kempes

Il Rosario Central conserva un fascino speciale. È il club che ha lanciato Mario Kempes, il centravanti che trascinò l’Argentina alla conquista della Coppa del Mondo nel 1978. E che si rifiutò, soprattutto, di stringere mano al dittatore Jorge Videla durante la cerimonia di premiazione allo stadio Monumental di Buenos Aires. A Rosario nutrono tutti una forma di venerazione per Kempes, capelli lunghi e il mito di Che Guevara nel cuore. Adesso l’ex attaccante ha 68 anni e lavora come commentatore televisivo. Da quasi mezzo secolo l’Argentina cerca un altro come lui, con lo stesso carisma e la stessa empatia. Ma forse non nascerà mai: unico e irripetibile, una faccia da murales come quella di Diego Maradona.

IL NUMERO 9 – I tifosi del Rosario Central stanno seguendo con curiosità l’ingresso nel grande calcio di Alejo Veliz, diciannove anni, numero 9 classico, un metro e 87, che si è fatto notare in questa prima parte del campionato. Quattro gol in undici partite: Veliz è la carta a sorpresa del tecnico Miguel Angel Russo, ex Boca Juniors. Ha segnato all’Arsenal Sarandí e all’Huracan, poi ha firmato una doppietta contro il Gimnasia y Esgrima. È nato a Gödeken il 19 settembre del 2003: potenza e rapidità. È un destro naturale, colpisce bene di testa, è stato convocato nella nazionale Argentina Under 20, guidata da Javier Mascherano. Ha iniziato nell’accademia del Gödeken, poi a tre anni si è spostato con il papà Sergio e la mamma Andrea a Bernardo de Irigoyen, dove ha continuato a giocare con l’Union Deportiva y Cultural. Nel Rosario Central è stato allenato anche da Carlos Tevez. Ha un contratto fino al 2025, il suo agente è Lion Volt. Dall’estero è già arrivata qualche offerta, come quella del Bayer Leverkusen, prossimo avversario della Roma nella semifinale di Europa League. Anche il Lecce e il Sassuolo lo hanno seguito.


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