Albertini a tutto campo: “Il Milan ha ricostruito il dna rossonero”

Demetrio Albertini tra presente e futuro del Milan ai canali social rossoneri. L’ex centrocampista parla soprattutto della Champions, in vista dell’incontro che tra due giorni vedrà Leao e compagni misurarsi con la Dinamo Zagabria: “Non è facile spiegare le emozioni di indossare la maglia della propria squadra del cuore. La Champions è sempre stata importante anche per i tifosi. C’era grande attesa, poi quando scendevi in campo sapevi quello che dovevi fare. Ma l’attesa dalla partita dalla domenica in campionato alla serata europea era piena di emozioni”.

Albertini: “Il nostro Milan ha cambiato il calcio”

Orgoglioso Albertini: “L’inno della Champions è ormai come un inno nazionale, è qualcosa di emozionante. Quando si parla di senso di appartenenza, il Milan ha il senso di appartenenza alla Champions. Pensate il dispiacere degli anni in cui il Milan non si è qualificato”. I tempi di Berlusconi e Galliani: “Lo slogan era ‘Diventeremo il miglior club del mondo’. Hanno trasformato il sogno di tanti in realtà. Quel Milan ha cambiato qualcosa nel calcio, è riconosciuto da tutti. Indossare la maglia del Milan è stato un senso di responsabilità. Alcuni miei amici mi dicono che in quel Milan avrebbero vinto anche loro. Può essere anche vero, ma il discorso è che in quel Milan il problema non era vincere, ma giocare e conquistarsi un posto in una squadra che ha segnato la storia del calcio”.

Giroud lancia il Milan

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I ricordi di Albertini: “La semifinale del 1994, i miei gol al Barcellona…”

Spuntano i ricordi dall’album privato di Albertini: “Semifinale del 1994 contro il Monaco: a fine primo, avanti 1-0, siamo entrati nello spogliatoio coscienti del fatto che se fossimo andati in finale non avremmo avuto né Baresi, né Costacurta che sarebbero stati squalificati. Era stato un momento destabilizzante, ma dovevamo finire il match. Eravamo in 10, ma in quel momento non era una grande preoccupazione. Capita questa punizione, credo sia uscito uno dei gol più belli che ho fatto. L’emozione più grossa è stata la corsa verso il centrocampo e la nostra curva e Baresi che mi abbraccia”.

La finale del 1994: “Nel 1993 avevo perso la finale contro il Marsiglia, ma ero stato anche nella squadra che aveva vinto le precedenti due Champions. Facevo parte della squadra, ma non ero uno dei protagonisti. Quando andavo a cena da Ancelotti, lui non aveva tante foto, ma ne aveva una in cui alzava la Coppa dei Campioni. Il mio sogno era vincerla pure io e avere così una foto da mettere in casa. Come potete immaginare è stata un’emozione incredibile, era il mio sogno”.

I preliminari contro la Dinamo Zagabria nel 2000: “Quando giochi i preliminari ci sono due incognite: la prima sono gli avversari che conosci poco, la seconda invece è il tuo stato di forma perché sei ad agosto, quindi non sei ancora al top della forma”. In quel 2000 c’è la doppietta al Barcellona: “E’ un bel ricordo, quella doppietta era stata bellissima. E’ una delle più belle partite che ho giocato in carriera. La metto sicuramente tra le prime cinque. La ricordo con grande piacere. Sono stati due bei gol da lontano”.

Albertini: “Squadra in crescita dal lockdown, merito a Pioli”

Il Milan di oggi: “Ha ricostruito il dna rossonero, magari diverso da quello del passato dove c’erano tanti grandi campioni, mentre in quello attuale ci sono tanti giovani talenti. Sono state messe le basi per costruire una squadra ancora più forte. Dal lockdown in poi sono cresciuti tutti i giocatori, il merito è sicuramente dell’allenatore. Tutta la squadra è cresciuta, quindi ci sono meriti anche della società. C’è una filosofia diversa rispetto ai nostri tempi. E’ un Milan che mi fa ben sperare per il presente e per il futuro”.

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