Agnelli punge l’Uefa: “Superlega non un colpo di stato, ma grido disperato”

TORINO – Dopo 11 anni termina il rapporto di collaborazione tra Fabio Paratici e la Juventus. Nella conferenza di addio al dirigente piacentino non poteva mancare il puntuale intervento del Presidente della Juve Andrea Agnelli per salutare il suo prezioso dirigente e per tracciare un’analisi sulla prima stagione bianconera senza scudetto, ma comunque coronata da due trofei targati Andrea Pirlo: “Oggi l’obiettivo è quello di abbracciare insieme Fabio. Vorrei evitare domande di ogni genere su altri temi. Ci tengo a ringraziare Pirlo, il suo staff, Baronio, Gagliardi, Tudor, Bertelli: se devo analizzare la stagione, se la parola fallimento significa due trofei e Champions siamo disponibili a sbagliare ogni tanto. E’ stato un anno positivo, la pandemia, gli stadi vuoti, le bolle, momenti di difficoltà. Non sempre abbiamo trovato le risposte volute, ma da questa annata dobbiamo saper imparare dagli errori commessi”.

Agnelli: “Superlega grido disperato”

Una stagione molto difficile per la Juventus, sia dentro che fuori dal campo, e non poteva mancare di certo un commento sul tema della Superlega: “Toccherei anche il discorso delle competizioni, io ho cercato per anni di cambiarle dall’interno anche perché i segnali di crisi erano già evidenti già prima del Covid. Quella Eca-Uefa del 2019 era un’ottima proposta già, e fu sostenuto da club di Subdivision 2, 3 e 4. La Superlega non è mai stato un colpo di stato, ma un grido d’allarme. La condizione principale che questo progetto portava è che da subito i club han cercato collaborazione con l’Uefa, trovando opposizione da parte di essa. Queste dichiarazioni arroganti hanno esercitato indebite pressioni in alcuni. Conoscendo l’Uefa, so che non tutti la pensano così. Il desiderio di dialogo con Uefa e Fifa è immutato. Gli stakeholder del calcio affermano che questo modello va cambiato: Juventus, Real Madrid e Barcellona sono determinate a raggiungere una riforma delle competizioni. Sono tre temi importanti, ma ai quali oggi non intenderei rispondere a nessuna domanda”.

Juve, ufficiale: è addio con Fabio Paratici

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Juve, ufficiale: è addio con Fabio Paratici

Agnelli: “Con Paratici 11 anni fantastici”

Un rapporto duraturo quello tra la Juve e Paratici che Agnelli vuole ripercorrere e sottolineare: Penso ai percorsi in questi 11 anni con Fabio, anche all’Under 23 e alle Women. Penso ai giocatori che ha portato qui: Tevez, Dybala, CR7 ne cito tre. Ringrazio tutti gli allenatori che sono stati con noi in questi 11 anni. L’unico rimpianto è quel Robin Van Persie, in una cena di 3 minuti a casa mia senza di me”. Un retroscena di mercato su Van Persie che apre la memoria di Agnelli e i tanti momenti condivisi con l’ormai ex dirigente: “Penso alla riunione Marotta-Paratici-Agnelli. Penso agli innumerevoli Juventus Day e a quelle chiamate alle 7 e mezza del mattino in cui pensavo subito alla sua incolumità per l’orario. Penso ai mojitos alle feste Scudetto. Alla Juventus è arrivato un ragazzo e va via un uomo, che ha grande curiosità. E’ istintivo, un uomo responsabile, ma soprattutto un uomo vincente. Ha gestito la Juventus in uno dei momenti più difficili della storia del calcio. Ci ha fatto giocare un calcio surreale e io penso che queste due stagioni che avete raccontato quasi normalmente, in realtà non c’è stato nulla di normale. Fabio ha avuto la bravura di gestire questo nel momento più complesso. Potevo pensare a mille aneddoti in questi 11 anni, ma ci siamo trovati nel mio ufficio e la cosa è stata naturale. Era il momento di intraprendere un percorso diverso. Per quello che vale per nome mio, grazie di tutto Fabio. Sono stati 11 anni fantastici. Ti chiedo per il futuro non chiamarmi alle 7 e mezza del mattino”.

Agnelli: “Allegri la decisione giusta”

In chiusura anche un commento sul ritorno di Allegri sulla panchina della Juve e sull’influenza di questa scelta nel futuro di Paratici in società: “No, nessuna vicenda esterna. Stare alla Juve significa affrontare situazioni extra-calcistiche importanti. Chi sta alla Juve ha questi ostacoli lungo il percorso li trova. Abbiamo chiacchierato due ore e ha riguardato oltre 11 anni di storia, e insieme abbiamo capito che era il momento di intraprendere percorsi diversi. Io che conosco bene Max e Fabio sono due professionisti di alto livello. Certe decisioni vengono prese in determinati momenti. L’addio di Allegri due anni fa, in quel momento, era la decisione giusta: in questo momento, è la decisione giusta secondo noi”.

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