Adli il creativo o Grillitsch il ragionatore? Il Milan studia per la mediana

Caratteristiche, pregi e differenze tecniche: ecco chi sono gli obiettivi per il centrocampo rossonero. E Adli sa fare anche molto altro…

L’obiettivo numero uno ha un passato da pianista e la nomea di re dei passaggi. I fari del Milan sono tutti su Yacine Adli, 21 anni, fantasista del Bordeaux che può fare anche il mediano. Creativo di professione. L’affare si può chiudere a 12 milioni, ma intanto Maldini e Massara spulciano i vari nomi sull’agenda. Uno di questi è Florian Grillitsch, 26 anni, mediano dell’Hoffenheim e dell’Austria, reduce da un buon Europeo. Anche lui sul taccuino del mercato. Questione di cautela.

Adli il creativo

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Estro, fantasia e tecnica. Adli è la pista numero uno per vari motivi: costa meno, è più giovane, andrebbe ad arricchire la colonia francese (quindi ambientamento più semplice) e per caratteristiche è più incline a ciò che il Milan sta cercando. Una sorta di incrocio perfetto tra il trequartista/rifinitore e il mezzo esterno. Uno in grado di sostituire le 98 occasioni create da Calhanoglu nell’ultimo anno (nessuno come lui nei primi 5 campionati d’Europa). Il francese è quel tipo di giocatore: gioca a testa alta, si fa dare il pallone, verticalizza, sforna assist. Segna poco – solo 5 gol a Bordeaux in due anni e mezzo –, tira molto meno rispetto al turco, ma ha personalità e coraggio nelle scelte. Rischia. In più sa giocare anche da mediano basso con licenza di inventare. Dribbling e passaggi restano il biglietto da visita fin da ragazzino. François Rodrigues, ex allenatore ai tempi del Psg, disse che Adli vede “spazi che altri non vedono”. Ibra e Giroud si infileranno proprio lì.

Chi è Grillitsch

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Lui e Adli sono diversi. Il francese è uno da ultimo passaggio, più un 10 che un 8, mentre Grillitsch è un ragionatore. Play basso che gioca a testa alta, fa girare la squadra. Come Bennacer. Perno dell’Hoffenheim dal 2017 e vecchio pallino di Nagelsmann (8 gol in 133 partite). Destro naturale, ha un discreto tiro da fuori e sa fare anche il centrale difensivo: in carriera ha giocato 13 partite da “center back” e anche 19 sulla fascia, a sinistra. Prima dell’Hoffenheim si è fatto un paio d’anni al Werder Brema, che l’ha pescato dal St. Polten quando aveva 17 anni. Chi lo conosce lo descrive come “un architetto del gioco”, uno che sa randellare e iniziare l’azione, leggere la partita come pochi, il box to box da calcio moderno (un metro e 87). Metronomo dell’Austria di Franco Foda, si è fatto notare soprattutto agli ottavi contro gli azzurri, 110’ di qualità e sostanza. Un jolly della mediana che all’occorrenza può fare anche il vertice alto dei tre davanti. Tutt’altra cosa rispetto a Brahim Diaz e ad Adli, ma c’è un punto a favore: tra un anno gli scade il contratto, quindi i tedeschi non possono giocare al rialzo.

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