Addio a Puhl: fu l’arbitro della finale Italia-Brasile e della gomitata di Tassotti

È venuto a mancare Sandor Puhl, il fischietto magiaro che si è fatto sfuggire il colpo che il difensore ha dato all’attuale CT delle Furie Rosse negli ultimi concitati minuti dei quarti di finale del Mondiale 1994.

La partita tra Italia e Spagna è un classico del calcio mondiale, ma pochi scontri tra le due nazionali sono stati epici come quello del Mondiale 1994. Ai quarti di finale della competizione le squadre di Sacchi e Clemente si affrontano in quella che è una vera e propria battaglia. Alla fine la spuntano gli azzurri, grazie…ai due Baggio. Dino segna il gol dell’1-0 nel primo tempo, Caminero pareggia al quarto d’ora della ripresa e poi arriva Roberto, che aveva già trascinato l’Italia negli ottavi contro la Nigeria, a segnare la rete che spedisce l’Italia alle semifinali. Ma prima del fischio finale, c’è tempo per una polemica che diventerà infinita: quella per la gomitata di Tassotti a Luis Enrique.

RAGAZZO PRODIGIO – E la federazione ungherese annuncia su Twitter che è venuto a mancare proprio Sandor Puhl, il fischietto magiaro che si è fatto sfuggire il colpo che il difensore ha dato all’attuale CT delle Furie Rosse negli ultimi concitati minuti del match. Puhl, 65 anni, è stato eletto per quattro volte miglior arbitro del mondo secondo l’IFFHS, la federazione internazionale di storia e statistica del calcio, e ha diretto sia la finale del Mondiale 1994 tra gli azzurri e il Brasile che quella di Champions League del 1997 in cui il Borussia Dortmund ha battuto la Juventus per 3-1. Il degno coronamento di una carriera da vero e proprio ragazzo prodigio, che lo ha visto prendere l’abilitazione all’arbitraggio quando aveva appena quindici anni.

GOMITATA – Certo, nella memoria degli italiani e degli spagnoli, il signor Puhl resterà comunque quello che non ha visto nulla al Foxboro Stadium. Una situazione di gioco che oggi come oggi con la VAR sarebbe potuta costare cara a Tassotti (che comunque si è beccato otto turni di squalifica con la prova TV) e anche all’Italia, visto che alla Spagna sarebbe stato assegnato un calcio di rigore a tempo quasi scaduto. E invece all’epoca le telecamere non c’erano e il volto insanguinato di Luis Enrique è forse l’unica vera macchia della carriera di Puhl, che negli anni Novanta era certamente il meglio di quanto la classe arbitrale potesse offrire. E che, a modo suo, è comunque entrato nella leggenda.

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