Accuse razziste a Pisa: parole come pietre

Parole come pietre. Che, se confermate, potrebbero lasciare segni profondi sul campionato più bello e avvincente delle ultime stagioni. Sono quelle attribuite all’attaccante del Pisa Michele Marconi, di solito protagonista in campo con i gol e con grandi giocate, e denunciate a fine gara all’Arena Garibaldi da un comunicato ufficiale del Chievo Verona a difesa del nigeriano Joel Obi. Secondo le ricostruzioni riportate del club veneto, il giocatore sarebbe stato accusato di essere stato strappato a «una rivolta di schiavi». Doverosa la solidarietà al calciatore a prescindere, nonostante le smentite della società toscana arrivate puntuali senza tuttavia allontanarsi più di tanto dalle accuse. Sull’episodio, che ha rischiato di replicare quanto avvenuto a Parigi in PSG-Istanbul Basaksehir con gara sospesa e arbitri sostituiti, sta intanto indagando la Procura Federale che passerà al vaglio le immagini e le voci che in campo, anche per l’assenza di tifosi sugli spalti, sono solitamente nitide. Questa volta potrebbero diventare assordanti. Al di là del merito e senza valutazioni moralistiche di cui non si sente nessun bisogno, questo episodio finisce per gettare comunque un’ombra sul torneo che in questa giornata a ridosso del Natale si è distinto per iniziative umanitarie singolari e preziose come quella a difesa dell’infanzia. Ma sarebbe molto grave se poi dovesse risultare palese dover tutelare anche gli adulti solo per il colore della pelle. Il calcio è rispetto anche e soprattutto in campo.

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