Acciacchi, Mondiale e rinnovo: tutti i dubbi (e gli obiettivi) di Ibra

Il nuovo problema fisico riapre le riflessioni di Zlatan e del Milan, con cui discuterà dell’eventuale rinnovo solo in primavera. Prima, i playoff mondiali: la Svezia dentro o fuori potrebbe cambiargli tutto

Di nuovo la Juve. Ancora la Juve. Di solito, quando Ibrahimovic si ripete, si parla di gol. Di primati. In questo caso l’argomento è molto meno accattivante perché il bis riguarda le condizioni di salute. Zlatan è finito k.o. contro i bianconeri così com’era successo il 9 maggio 2021, quando il Diavolo sbancò tre a zero lo Stadium ma perse lo svedese a gara in corso per una distorsione al ginocchio sinistro che gli fece concludere in anticipo la stagione e lo costrinse a operarsi stoppandolo complessivamente per quattro mesi.

Guai

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Da una primissima diagnosi stavolta le faccenda è molto meno grave, magari l’infiammazione al tendine d’Achille destro si risolverà in tempi ragionevoli e Z riuscirà persino a rispondere presente all’appello per il derby. Ma è inevitabile, ogni volta che Ibra passa dal campo all’area medica, allargare il discorso e fare delle riflessioni. Le fa lui, le fa il Milan ovviamente. Perché l’orizzonte a medio termine mette l’attaccante di fronte a due situazioni decisamente rilevanti in termini professionali: l’eventuale Mondiale con la Svezia e l’eventuale nuovo rinnovo col Milan. Non si tratta, quindi, di questo infortunio in sé per sé, ma della frequenza con cui Zlatan incappa nei guai. Prima di questo infatti c’è una lista lunga così da quando è tornato a Milano. Con questo siamo arrivati all’undicesimo evento in due anni secchi tra lesioni muscolari, risentimenti, affaticamenti e Covid.

Usura

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Ecco perché giocatore e club hanno concordato di iniziare ad analizzare il futuro soltanto in primavera. Non prima di marzo-aprile insomma, perché prima si potrebbe rischiare di sbagliare la scelta. Da una parte e dall’altra. Se Zlatan ascoltasse soltanto il suo istinto, avrebbe già iniziato a discutere il rinnovo da un pezzo. Ma, molto coscienziosamente, ha già chiarito più volte di aver imparato ad ascoltare anche – e soprattutto – il suo corpo. E segnali simili, al netto delle condizioni del campo, non sono molto incoraggianti. Un’infiammazione tendinea, cosa peraltro già avuta tra settembre e ottobre, non è una questione traumatica, ma uno di quei problemi che somigliano maggiormente a un discorso di usura. Di età in relazione alla stazza fisica e all’intensità – massima, è chiaro, lo conosciamo bene – degli allenamenti lungo la settimana.

Obiettivo Qatar

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E’ su questo che dovrà riflettere Ibrahimovic – riflessione da condividere con il club –, ma non solo. C’è anche un’altra discriminante nelle riflessioni sullo Zlatan che verrà. Il fatto che le parti non si riaggiornino prima di marzo non è casuale perché a marzo la Svezia, così come l’Italia, sarà impegnata nei playoff mondiali. Due partite (la prima con la Repubblica Ceca, poi eventuale finale con la vincente di Russia-Polonia) che decideranno le sorti della nazionale che ha riabbracciato in tempi recenti dopo una lunga e polemica separazione. Uno spartiacque anche questo, è chiaro. Zlatan vuole fortemente il Mondiale, dove giocherebbe alla veneranda età di 41 anni. Se il sogno sfumasse allora le riflessioni potrebbero prendere tutt’altra piega. Resterebbe sul tavolo la possibilità di fare un altro anno in rossonero, certo, ma visti gli acciacchi sempre più frequenti non sarebbe da escludere a priori anche la fine dell’avventura. Un paio di mesi, e tutto sarà più chiaro.

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