A Venezia tutti pazzi per il romanista Chalamet: “Io, un cannibale per dirvi siate voi stessi”

Centinaia di fan in delirio per l’arrivo dell’attore americano, protagonista di “Bones and All” di Guadagnino, primo film italiano in concorso

Dalla nostra inviata Elisabetta Esposito

2 settembre – venezia

Dopo due anni di barriere anti Covid e distanziamento obbligato, Venezia riporta le stelle a contatto con i fan. Si è visto chiaramente oggi quando al Lido è arrivato infatti Timothée Chalamet, il 26enne americano con cittadinanza francese entrato di diritto nel gotha dei giovani attori più amati del mondo. Basta fare un giro nelle prime ore del mattino davanti al Palazzo del Cinema per rendersene conto. Alle otto – quasi dodici ore prima del tappeto rosso di Bones and All, il film di Guadagnino (in concorso alla Mostra) di cui è protagonista – erano oltre duecento le ragazze (sì soprattutto donne, ma c’è anche qualche uomo) appostate sulle barriere del red carpet in attesa dell’arrivo del bel Timothée. Alcune hanno dormito qui sul sacco a pelo, altre sonno arrivate all’alba anche da molto lontano (Francia, Belgio, Germania). “Non pretendo di avere un autografo – dice una sedicenne di Treviso che si ripara dal sole con l’ombrello – a me basta poterlo vedere da vicino, magari riuscire a scattargli una foto”. E c’è chi tira fuori un cartello: “Timothée vieni a mangiare la pasta con me!”.

Come all’Olimpico

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Chalamet non è solito tirarsi indietro davanti alle esuberanze dei fan. Quando ad ora di pranzo la sua lancia è approdata al Lido lui, con un look al solito stravagante ma mai eccessivo (stavolta indossava una specie di gonna pantalone mimetica), si è fermato con le ragazze urlanti (il coro “Sei bellissimo” andava per la maggiore) per selfie e autografi.

Lo aveva fatto anche martedì sera all’Olimpico: Timothée è un grande tifoso della Roma e non aveva perso l’occasione di vederla dal vivo, felice poi di scattare foto con Mourinho.

Cannibale

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L’allegria non gli manca, anche se il ruolo che ha in Bones and All (in sala dal 23 novembre) è tutt’altro che divertente. Né semplice. Il film racconta infatti il senso di isolamento, di esclusione e di colpa di chi si sente diverso: nel caso specifico Chalamet e la magnifica protagonista Taylor Russell sono due cannibali… “Il cannibalismo è una metafora per chiunque si percepisca come ‘altro’ rispetto alla società di oggi, così giudicante – dice l’attore – io spero che tutti riescano ad essere ciò che sono veramente, non ciò che dovrebbero essere. Può sembrare presuntuoso ma io credo e spero che questo film possa davvero aiutare a cambiare le cose, che getti una luce sulla difficoltà di vivere di oggi”.

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