A due o a tre, con Bentancur e… Ecco il centrocampo della Juve con Locatelli

Nel 4-3-3 in Nazionale ha giocato da regista oltre che da mezzala, l’esperienza da centrale nel 4-2-3-1 al Sassuolo si sposa con l’assetto più offensivo varato da Allegri nel 2017: le tante dimensioni del centrocampista azzurro lo rendono compatibile per ogni scenario, a prescindere da chi avrà di fianco

Mezzala o regista, il ruolo che ricoprirebbe Manuel Locatelli alla Juve non è scritto nella pietra. E se dipende anche dai compagni di reparto e dal modulo è perché sono le caratteristiche dello stesso azzurro del Sassuolo a tenere aperte più possibilità: con De Zerbi giocava nei due centrali del 4-2-3-1 di fianco a Obiang e Lopez, con Mancini la sua posizione tipo è sul centro-sinistra nel 4-3-3 accanto a Jorginho ma in assenza del play del Chelsea è capitato di vederlo anche in cabina di regia, ad esempio nel trittico azzurro del marzo scorso. Un ventaglio che è un invito a nozze per un camaleonte come Massimiliano Allegri.

NEL 4-3-3

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Capace di cambiare pelle alla squadra durante la stagione oltre che da una partita all’altra o durante la partita, il tecnico livornese ha vissuto gran parte della sua era juventina attorno al 4-3-3. In cui, in base all’organico a disposizione adesso, Locatelli sarebbe il più adatto di tutti a occupare la posizione centrale: Rodrigo Bentancur “meglio da mezzala che da regista” Allegri l’ha detto più volte, quando l’ha allenato e anche dopo; Arthur a sua volta ha detto la scorsa stagione di trovarsi meglio in quella posizione che da centrale. E avere di fianco almeno una mezzala “di costruzione” (l’altra sarebbe Rabiot) sarebbe comunque un supporto anche per Locatelli in regia. Questo almeno col centrocampo di oggi, se poi si materializzasse l’opportunità a buon mercato di un ritorno in prestito di Pjanic il discorso cambia, ma nel caso il senso dell’operazione sarebbe averlo come backup, non come intoccabile come ai bei tempi.

NEL 4-2-3-1

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Un 4-2-3-1 analogo a quello vissuto da Locatelli al Sassuolo è la suggestione che conquista tutti, ricordando lo schieramento esibito da Allegri nella magica cavalcata verso la finale di Champions League 2017. Una soluzione in verità adottata per un periodo ridotto e una volta trovati equilibri unici, quindi non facile da replicare soprattutto in pianta stabile, ma ha l’indubbio pregio di far sognare un assetto ultra-offensivo con tutti i giocatori più offensivi insieme: Chiesa e Kulusevski sulle fasce, con Dybala dietro Ronaldo (o Morata). Anche se in verità quattro anni fa l’assetto era un po’ più prudente, con Cuadrado (o Dani Alves) a destra, mentre a sinistra c’era un attaccante ma notoriamente di sacrificio come Mandzukic. Il supporto che i quattro davanti sono in grado di dare in fase di non possesso è determinante per la fattibilità di quest’assetto, e condiziona anche la necessità di fianco a Locatelli di un compagno di reparto di fisicità e interdizione come Bentancur rispetto a un partner più tecnico come Arthur o più dinamico ma forse con meno garanzie in copertura come Rabiot o McKennie. Ma comunque la si giri, Locatelli ha tutto per essere un punto fermo.

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