“A Bergamo per vincere”: le 3 mosse con cui Mourinho ha battuto l’Atalanta

Il tecnico portoghese ha caricato l’ambiente e preparato la squadra nei giorni prima della partita. Ecco come è riuscito a dare scacco matto a Gasperini

José Mourinho non solo se lo sentiva, ma era talmente convinto che la Roma potesse fare risultato a Bergamo che ha cominciato a martellare la squadra su questo ben prima della vigilia della partita contro l’Atalanta. In tre mosse ha preparato lo scacco matto all’amico Gasperini e con lui la società (insieme hanno deciso di non fare la festa di Natale prevista a 3 giorni dalla partita) e i giocatori. Quell’empatia di cui Mou ha parlato spesso a Bergamo si è vista e si vede nel lavoro e nelle scelte di ogni giorno. Un esempio? Capitan Pellegrini raggiungerà moglie e figli a Dubai nei prossimi giorni per qualche momento di relax, ma porterà con sé un fisioterapista per allenarsi e recuperare dall’infortunio muscolare e tornare in campo a gennaio nel migliore dei modi.

Il video

—  

Mourinho ha iniziato a preparare la vittoria di Bergamo contro l’Atalanta in sala video, mostrando ai giocatori le immagini della partita contro il Villarreal e ribadendo a tutti che a Bergamo: “Si può vincere”. Ha lavorato molto in campo – e in questo ha aiutato la settimana senza coppe – e ha lavorato molto sulla testa dei giocatori, convincendoli che la squadra di Gasperini, per quanto fortissima, era battibile. E la sfida con gli spagnoli in Champions, soprattutto la prima ora, lo dimostrava.

La conferenza

—  

L’allenatore portoghese ha ribadito questo anche pubblicamente. Quella frase: “Andiamo a Bergamo per vincere perché il calcio è calcio” detta davanti ai microfoni serviva a infondere ancora più fiducia alla squadra. Ha portato con sé anche lo squalificato Felix, gli infortunati sono rimasti a Roma solo per non perdere preziose ore di lavoro, ma per quanto possibile ha voluto il gruppo al completo proprio per ribadire a tutti che lui ci credeva. E i fatti gli hanno dato ragione. “Se mi dite oggi: ‘José, resta a casa e arriva un pareggio’ io non accetto”, ha detto dalla sala stampa di Trigoria. Messaggio che la squadra ha recepito in pieno.

Lo spogliatoio

—  

Stessi concetti ribaditi nello spogliatoio di Bergamo prima della partita e nell’intervallo. “Prima della gara – le sue parole – ho scherzato con i ragazzi dicendo che non avevo sentito il terremoto ma dovevamo esserlo noi. Così è andata”. Ovviamente Mou, se ci fossero stati danni gravi o vittime, non avrebbe mai pronunciato certe parole, si è potuto permettere il paragone proprio perché la situazione era sotto controllo e poteva pensare solo al calcio. Al campo. La squadra, anche in questo caso, lo ha recepito. E i tifosi pure, visto che mercoledì, per l’ultima dell’anno, riempiranno di nuovo l’Olimpico contro la Sampdoria con oltre 45mila presenze. Mou e la Roma chiamano, la gente risponde.

Precedente Chris Smalling vegano e animalista: la dieta, la moglie e... gli ufo Successivo Milan e Napoli, lo scudetto passa dal mercato. Da Botman a Mina: priorità difesa