101 giorni senza Maradona: Napoli non smette ancora di piangere

Il 25 novembre moriva Diego e la sua assenza continua a farsi sentire nella città che più lo ha amato. Già intitolato il San Paolo e una piazzetta a lui, presto arriverà anche una statua

Centouno giorni senza Diego Maradona. Eppure sembra che il tempo non voglia arrendersi alla sua fine. L’onda emotiva del momento è andata via via ritirandosi, lasciando dietro di sé soltanto dolore e disperazione in chi lo ha amato davvero. Il 25 novembre scorso, l’ex Pibe de oro è volato via, portandosi con sé quel talento che ha incantato il mondo intero. Da allora, sono trascorsi 101 giorni, il nulla rispetto all’eternità, ma per Napoli il tempo si è fermato quel pomeriggio, quando dall’Argentina arrivò la notizia della sua morte. Un fremito attraversò l’universo del calcio. E non solo. Il tam tam mediatico coinvolse ogni angolo del mondo, dall’Atlantico al Pacifico, dalle Ande all’Himalaya, la notizia divenne di tutta l’umanità.

Fiumi di lacrime

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Napoli, d’improvviso, si è ritrovata unita in quel dolore, inaspettato, che avrebbe provocato un fiume di lacrime e di disperazione. Il San Paolo è divenuto un luogo di pellegrinaggio, per chi ne ha ammirato e amato il grande talento e per chi ne ha apprezzato la bontà, quel suo essere sempre disponibile a difendere la causa dei più deboli. Una condizione che lo ha accompagnato negli ultimi momenti della sua esistenza. Diego si è ritrovato solo, debole e sopraffatto dalle patologie che ne hanno devastato la mente e il corpo col passare degli anni. Lo piange ancora tutt’oggi, Napoli. La città è stata invasa da giovani artisti, che hanno fatta a gara a superarsi per dipingere il murales più bello, che si avvicinasse di più a quelle espressioni tipiche, di rivoluzionario vero, contro le ingiustizie nel mondo.

Stadio Maradona

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Ci sono volute un paio di settimane, perché il Comune deliberasse il nuovo nome da dare al San Paolo. Dal 4 dicembre scorso, lo stadio di Fuorigrotta è stato intitolato al campione che l’ha fatto conoscere in ogni angolo del mondo. Per una volta, la burocrazia non si è impantanata nelle paludi della politica. “Benvenuti allo stadio Diego Armando Maradona”, si legge sul display sistemato nel settore Distinti. A lui è stata dedicata una piazzetta sui Quartieri Spagnoli, nel cuore della Napoli cinquecentesca. Ed è lì che è stato istituito il luogo di culto, dove il pellegrinaggio è continuo, quotidiano. Lassù ci arrivano semplici curiosi, campioni dello sport, dello spettacolo, della cultura, senza distinzioni di sociali, perché Diego ha saputo riunire tutti intorno al suo talento. E quel sentimento continuerà a vivere in chi ha avuto modo di conoscerlo, ammirarlo, detestarne i comportamenti, quella ricerca continua dell’oblio attraverso improbabili pratiche. Per onorarlo, è pronta anche una statua che verrà collocata in un luogo ancora sconosciuto nel corso di una cerimonia solenne. Diego vive.

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